mercoledì, novembre 10, 2010

Vieni via con me, un breve commento

Maledetta mancanza di tempo, come posso descrivere in poche parole e in ritardo dei "Vieni via con me", programma di Fabio Fazio e Roberto Saviano, andato in onda lunedì sera?

7 milioni e 600 mila telespettatori, record per la rete, hanno preferito trascorrere la serata in compagnia della criticatissima trasmissione televisiva che ha battuto di gran lunga la concorrenza del Grande Fratello. Una soddisfazione, indubbiamente, a significare quasi che la cultura e la voglia di libertà possa ancora farcela contro la berlusconiana cultura dominante. 

La trasmissione, piacevolissima e stimolante, ha regalato una serata di buonissima televisione e di libertà d'espressione.
Però, piccoli difetti a parte (Fazio che dovrebbe prendere maggiormente le redini in mano visto che Saviano è ottimo nei monologhi ma meno quando è a contatto con gli ospiti visto che non ha la "grinta" del conduttore) in realtà tutto è andato come previsto, nel senso che in fondo era tutto scontato.

I monologhi interessanti, l'espressione "macchina del fango" rimarrà a lungo, Benigni graffiante come al solito, la canzone dedicata a Silvio e la dedica finale a Saviano sono momenti di televisione davvero grandiosi, ma in realtà il tutto era davvero entro la norma (almeno in uno stato "normale"). La trasmissione, in fondo, è molto stile Fazio e sono poche le novità interessanti (fra cui quella degli elenchi, davvero diretti ed efficaci.) Alla fine si è fatta parecchia retorica e quasi si ha l'impressione che tutto questo sia solo la base di una TV davvero libera. Però, la retorica, al giorno d'oggi, serve tantissimo. Dopo una caduta non puoi correre se non ricominci prima a camminare, dunque tutto questo è davvero positivo. Ribadire, in questo momento storico, i concetti espressi durante la trasmissione è importantissimo in un'Italia imbambolata dal Grande Fratello.

Insomma, bene ma speriamo in un crescendo.

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