lunedì, settembre 26, 2011

Addio a Sergio Bonelli, l'eroe del fumetto italiano

Ci sono giornate che cominciano male. Stamattina ricevo una telefonata in cui mi si annuncia la morte di Sergio Bonelli. Io quasi non ci credevo e non riuscivo a parlare. Senza retorica, per chi vive di nuvole e chine, Sergio Bonelli è il nome che più di tutti significa fumetto. È un po' come quando muore un eroe di carta, non ci credi ma sai che vivrà in eterno.

La prima volta che lo incontrai è stato tre anni fa, credo, a Mantova. Ero nella hall dell'albergo. Il giorno dopo, con Marco Rizzo, moderavo la conferenza di Dylan Dog con Roberto Recchioni come autore.
Bonelli era fra il pubblico. A fine conferenza si avvicina a me e Marco, ci stringe la mano e ci fa i complimenti. Un'emozione grandissima.

L'anno dopo decidiamo di premiarlo dedicandogli un Comicus Prize con la seguente motivazione:
"Per avere tenuto a battesimo icone della cultura popolare italiana, per avere dettato mode, stili e metodi e per avere scoperto talenti e maestri, con la signorilità e la classe degne di un vero padre del fumetto." Quando io e Marco gli parliamo del premio, lui risponde ironicamente: "Non sarà mica un premio alla carriera? Altrimenti mi gratto le balle!".
Durante la premiazione si siederà sul palco affianco a me commentando i vari premi, spesso ironicamente.

E così, con la stessa gentilezza, l'anno successivo (ovvero questo), ritirerà i premi per la sua casa editrice. Per i nostri trascorsi, disse: "Ormai siamo vecchi amici". In questa battuta è nascosta tutta la sua genuinità con cui partecipava attivamente a fiere e dibattiti, la stessa con cui portava avanti con i suoi solidi principi la sua casa editrice. Ed io lo ricorderò sempre così.

Sergio Bonelli, e il suo pseudonimo Guido Nolitta, mancherà tantissimo al fumetto italiano.
Bonelli è il Fumetto Italiano. È stato un grande innovatore, ha definito quello che oggi in Italia chiamiamo fumetto. Non credo esisterà mai una figura altrettanto importante per il nostro fumetto.
Come scrittore ci ha regalato grandi avventure e due personaggi storici: Zagor e Mister No. Inoltre, ha scritto alcune fra le più belle pagine di Tex.
Come editore ha permesso ai vari Ken Parker, Dylan Dog, Martin Mystère, Nathan Never di vivere e di entrare nelle nostre vite. 

Leggevo, proprio ieri, un editoriale di Giancarlo Berardi sulla morte del grande disegnatore Alex Toth, e lui si immaginava una "Terra degli eroi" in cui i grandi narratori si riuniscono ai loro personaggi. Ecco, è lì che mi piace immaginarlo. Grazie di tutto, Sergio. Grazie davvero. 

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